BAZIN BOUDU RENOIR




BOUDU SALVATO DALLE ACQUE 1932 
André  Bazin:
La caduta di Boudu resterà un gesto. E ben presto Boudu dimentica il gesto per il fatto e il vero oggetto dell’immagine cessa a poco a poco di essere le intenzioni di Boudu per diventare lo spettacolo del suo piacere, cioè del piacere che si prende Renoir per quello del suo eroe. L’acqua non è più “dell’acqua” ma, precisamente, l’acqua della Marna nel mese d’agosto, gialla e glauca. Michel Simon vi fa il morto, si volta e soffia come una foca, gode quest’acqua di cui percepiamo a poco a poco la qualità, la profondità e anche il tepore. Quando Boudu arriva all’argine, una straordinaria lenta panoramica di 360 gradi guarda il paesaggio per noi. Ma tale effetto, a priori banalmente descrittivo e che potrebbe significare lo spazio e la libertà ritrovati, è di una poesia senza pari. Ciò che ci tocca e ci colpisce non è che quel paesaggio sia diventato il dominio di Boudu, ma la bellezza intrinseca di quelle rive della Marna, la sua ricchezza di dettagli mai elusi[.

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