CANZONI



Jean Renoir e le Chansons des rues



JEAN RENOIR, LA CHIENNE 1931
Renoir racconta che ne La chienne vide l'opportunità di costruire una situazione drammatica su una chanson des rues che adorava.
La canzone è Sérénade du Pavé scritta da Jean Varney nel 1895 e cantata da Eugénie Buffet.
Nella sequenza in cui avviene il tragico confronto fra Maurice e Lulu, culminante nell'assassinio della donna, la macchina da presa entra ed esce alternativamente dall'interno, nella stanza da letto,in cui si trovano i due protagonisti, all'esterno, nella strada in cui si è raccolto un capannello di spettatori attorno ad un cantastorie che canta la ballata, accompagnato da un violino e da una chitarra.
Nei film di Renoir spesso le canzoni popolari sono usate per creare una certa situazione:
ne La grande illusione è Petit Navire intonato dal flauto di Pierre Fresnay;
in Toni sono le canzoni popolari piemontesi e corse;
ne L'angelo del male è un'altra canzone popolare di strada, Le Petit Coeur de Ninon.[7]
Testo e parole della ballata
Sérénade du Pavé (scritta da Jean Varney nel 1895 e portata al successo dalla cantante Eugénie Buffet)




JEAN RENOIR, LA BETE HUMAINE 1938

«Renoir non ama la morte nei film […] bisognava tuttavia far morire Nanà, Mado, Emma, la graziosa madame Roubaud e tante altre, ma alla loro morte, ogni volta Renoir ha contrapposto quel che c’è di più vivo, le canzoni. Le donne che Renoir uccide a malincuore, agonizzano tra gli accordi popolari di un ritornello da sobborghi: il piccolo cuore di Ninon è così piccolo…»  François Truffaut, I film della mia vita, Marsilio, Venezia 1978, pp. 41-53 
La canzone popolare cantata nella sala da ballo dove inutilmente Pecqueux attende Lantier che, proprio in quel momento, uccide Séverine, ha parole scritte da Georges Millandy e musica di Ernesto Becucci.



Il ritornello recita:
(FR)
« Le p'tit coeur de Ninon,
Est si petit,
Est si gentil,
Est si fragile,
C'est un léger papillon,
Le petit coeur de Ninon!
Il est mignon, mignon,
Si le pauvret
Parfois coquet
Est peu docile,
C'n'est pas sa faute, non!
Au petit coeur, au petit coeur de Ninon. »
(IT)
« Il piccolo cuore di Ninon
è così piccolo
è così gentile
è così fragile
è leggero come una farfalla
il piccolo cuore di Ninon!
È piccolo, piccolo,
se poverino
talvolta è civettuolo
e poco docile
non è colpa sua, no!
Piccolo cuore, piccolo cuore di Ninon. »
(Georges Millandy)
Aver scelto di accompagnare il movimento della macchina da presa che mostra la morte di Séverine e inquadra la sua mano destra stretta sul cuore con un valzer popolare accentua l'effetto drammatico: è straziante il contrasto fra la festa, la spensieratezza dei danzatori e il compiersi della tragedia.


https://www.youtube.com/watch?v=7CldMK1raB8


JEAN RENOIR, FRENCH CANCAN 1955

Per il film, Jean Renoir stesso scrive le parole della canzone Complainte de la Butte, omaggio a Montmartre, luogo della memoria e dell'arte di fine secolo. La canzone, nel film è cantata da Cora Vaucaire e musicata da Georges Van Parys. Diventata poi molto popolare fu interpretata da molti altri cantanti famosi.
Complainte de la Butte (Lamento di Montmartre)
(FR)
« En haut de la rue St-Vincent
un poète et une inconnue
s'aimèrent l'espace d'un instant
mais il ne l'a jamais revue
Cette chanson il composa
espérant que son inconnue
un matin d'printemps l'entendra
quelque part au coin d'une rue
La lune trop blême
pose un diadème
sur tes cheveux roux
La lune trop rousse
de gloire éclabousse
ton jupon plein d'trous
La lune trop pâle
caresse l'opale
de tes yeux blasés
Princesse de la rue
soit la bienvenue
dans mon cœur blessé
Rit.
Les escaliers de la Butte
sont durs aux miséreux
Les ailes des moulins
protègent les amoureux »
(IT)
« In cima alla rue St-Vincent
Un poeta e una sconosciuta
si amarono lo spazio di un istante,
ma egli non l’ha mai più rivista.
Compose questa canzone
nella speranza che la sua sconosciuta
la ascolterà un mattino di primavera,
in qualche luogo, a un angolo di strada.
La luna troppo debole
pone un diadema
sui tuoi capelli rossi.
La luna rosata d’aprile
spruzza di gloria
la tua sottoveste piena di buchi.
La luna troppo pallida
accarezza l'opale
dei tuoi occhi stanchi.
Principessa della strada,
che tu sia la benvenuta
nel mio cuore ferito.
Rit.
Gli scalini di Montmartre
sono faticosi per i poveri.
Le ali dei mulini
proteggono gli amanti. »
(Prima strofa)

(FR)
« Petite mendigote
Je sens ta menotte
qui cherche ma main
Je sens ta poitrine
et ta taille fine
J'oublie mon chagrin
Je sens sur tes lèvres
une odeur de fièvre
de gosse mal nourri
Et sous ta caresse
je sens une ivresse
qui m'anéantit
Rit.
Les escaliers de la Butte
sont durs aux miséreux
Les ailes des moulins
protègent les amoureux »
(IT)
« Mia piccola mendicante,
sento la tua manina
che cerca la mia.
Sento il tuo petto
e la tua vita snella.
Dimentico il mio dolore.
Sento sulle tue labbra
una traccia di febbre
di bambina malnutrita.
E nella tua carezza,
sento un'estasi
che mi stordisce.
Rit.
Gli scalini di Montmartre
sono faticosi per i poveri
Le ali dei mulini
proteggono gli amanti. »
(Seconda strofa)

(FR)
« Mais voilà qu'il flotte
la lune se trotte
La princesse aussi
Sous le ciel sans lune
je pleure à la brune
mon rêve évanoui. »
(IT)
« Ma ecco che piove,
la luna se ne va
La principessa anche.
Sotto un cielo senza luna
piango, mentre cala il buio,
il mio sogno svanito. »
(Ultima strofa)












LE PETIT THEATRE DE JEAN RENOIR 1969-1975


La cantante: terzo episodio.
Fa riferimento alla “Belle Epoque”, un’epoca che Renoir ha molto amato: l’aveva rievocata con nostalgia ad esempio in French Cancan.
Renoir in persona introduce l’episodio con queste parole:
«Vi invito ad assistere con me ad un’evocazione di quella che si suole chiamare Belle Epoque. Non sono un ingenuo e so benissimo che la Belle Epoque non era poi tanto bella. Aveva le sue ingiustizie, le sue crudeltà. Ma io la amo perché ci fornisce elementi emozionanti per allestire uno spettacolo».
La canzone era stata cantata da Marlene Dietrich nel film Marocco del 1930.

Quand l'amour meurt (Quando l'amore muore)
(FR)
« Lorsque tout est fini
Quand se meurt votre beau rêve
Pourquoi pleurer les jours enfuis,
Regretter les songes partis?
Les baisers sont flétris
Le roman vite s'achève
Pourtant le cœur n'est pas guéri
Quand tout est fini. »
(IT)
« Quando tutto è finito
Quando muore il vostro bel sogno
Perché piangere i giorni fuggiti
Rimpiangere i sogni partiti
I baci sono appassiti
Il romanzo presto si conclude
Ma il cuore non è guarito
Quando tutto è finito. »
(Ritornello)

(FR)
« On fait serment, en sa folie,
De s´adorer longtemps, longtemps
On est charmant, elle est jolie
C´est par un soir de gai printemps
Mais un beau jour, pour rien, sans cause,
L´amour se fane avec les fleurs
Alors on reste là, tout chose
Le cœur serré, les yeux remplis de pleurs. »
(IT)
« Si fanno promesse nella follia dell'amore
Di adorarsi per lungo tempo, per sempre
Si è affascinanti, lei è graziosa.
In una sera di gaia primavera
Ma un bel giorno, per niente, senza motivo,
L’amore appassisce con i fiori
Allora si resta là
Il cuore serrato, gli occhi pieni di lacrime. »
(Prima strofa)

https://www.youtube.com/watch?v=c7pQfyGzP-k




Fritz Lang, Rancho Notorious

https://www.youtube.com/watch?v=-9B4i3467DQ



La canzone di Altar

La canzone dal titolo Get Away, Young Man fu scritta da Ken Darby e cantata da Marlene Dietrich.
Il testo rappresenta i sentimenti di Altar, il personaggio da lei interpretato: una donna matura e ancora affascinante, irresistibilmente attratta dal giovane Vern. 
(EN)
« A young man is full of adventure,
and eager to do what he can!
He may be a boy, but don’t send a boy
To do the work of a man!
Get away — get away
Get away, young man, get away!

A young man will come when you call him,
And leave when you tell him to go,
But some day he’ll guess, a woman means yes,
Whenever a woman says no!
Get away…

A woman is only a creature
Of notions and dimples and lies
So learn if you can, this lesson, young man,
And don’t run off when she cries
Get away —get away…
If you can! »
(IT)
« Un giovane è desideroso di avventura,
e cerca di fare ciò che può!
ma non si può mandare un ragazzo
a fare il lavoro di un uomo!
Vattene via - fuggi
Vattene, giovanotto, scappa!

Un giovane viene quando lo chiami,
E parte quando gli dici di andare,
Ma un giorno sarà lui a indovinare che una donna vuol dire sì
ogni volta che dice no!
Vattene via...

Una donna è solo una creatura
esperta di sorrisi e di menzogne
Quindi se vuoi imparare questa lezione, giovane,
non scappare quando piange
Vattene via - fuggi
se puoi! »
(Ken Darby)




Kubrick, Orizzonti di gloria 1957 - Scena finale


https://www.youtube.com/watch?v=H2uzHPrSFoQ



Nel finale vediamo dei soldati schiamazzanti e ubriachi in un'osteria, e una giovane tedesca esibita come "ultima preda bellica". Ma quando la ragazza inizia a cantare, incerta e spaurita, cala il silenzio, e i soldati accompagnano sommessamente la melodia. Fuori il colonnello Dax riceve l'ordine di tornare al fronte, e dice: «Dia ancora qualche minuto agli uomini».



Il disordine si ricompone in un nuovo ordine che non è più quello militare ma quello della musica come simbolo della riscoperta di un linguaggio comune e di una possibile armonia universale tra i popoli.

La canzone in questione, Der treue Husar, è un brano
popolare di origine tedesca (già attestato nel 1825) che ebbe
vastissima diffusione durante la prima guerra mondiale fra
tutti gli eserciti.
Vi è narrata in 12 strofe la vicenda di un soldato
che, lontano dalla sua amata ormai da un anno, le si
conserva fedele. 




DER TREUE HUSARD

Es war einmal ein treuer Husar,
Der liebt' sein Mädchen ein ganzes Jahr,
|: Ein ganzes Jahr und noch viel mehr,
Die Liebe nahm kein Ende mehr. :|

2. Der Knab' der fuhr ins fremde Land,
Derweil ward ihm sein Mädchen krank,
|: Sie ward so krank bis auf den Tod,
Drei Tag, drei Nacht sprach sie kein Wort. :|

3. Und als der Knab' die Botschaft kriegt,
Daß sein Herzlieb am Sterben liegt,
|: Verließ er gleich sein Hab und Gut,
Wollt seh'n, was sein Herzliebchen tut. :|

4. Ach Mutter bring' geschwind ein Licht,
Mein Liebchen stirbt, ich seh' es nicht,
|: Das war fürwahr ein treuer Husar,
Der liebt' sein Mädchen ein ganzes Jahr. :|

5. Und als er zum Herzliebchen kam,
Ganz leise gab sie ihm die Hand,
|: Die ganze Hand und noch viel mehr,
Die Liebe nahm kein Ende mehr. :|

6. "Grüß Gott, grüß Gott, Herzliebste mein!
Was machst du hier im Bett allein?"
|: "Hab dank, hab Dank, mein treuer Knab'!
Mit mir wird's heißen bald: ins Grab!" :|

7. "Grüß Gott, grüß Gott, mein feiner Knab.
Mit mir wills gehen ins kühle Grab.
|: "Ach nein, ach nein, mein liebes Kind,
Dieweil wir so Verliebte sind." :|

8. "Ach nein, ach nein, nicht so geschwind,
Dieweil wir zwei Verliebte sind;
|: Ach nein, ach nein, Herzliebste mein,
Die Lieb und Treu muß länger sein. :|

9. Er nahm sie gleich in seinen Arm,
Da war sie kalt und nimmer warm;
|: "Geschwind, geschwind bringt mir ein Licht!
Sonst stirbt mein Schatz, daß's niemand sicht. :|

10. Und als das Mägdlein gestorben war,
Da legt er's auf die Totenbahr.
|: Wo krieg ich nun sechs junge Knab'n,
Die mein Herzlieb zu Grabe trag'n? :|

11. Wo kriegen wir sechs Träger her?
Sechs Bauernbuben die sind so schwer.
|: Sechs brave Husaren müssen es sein,
Die tragen mein Herzliebchen heim. :|

12. Jetzt muß ich tragen ein schwarzes Kleid,
Das ist für mich ein großes Leid,
|: Ein großes Leid und noch viel mehr,
Die Trauer nimmt kein Ende mehr. :|





LE HUSSARD FIDÈLE

Il était une fois un hussard fidèle,
Qui aima sa belle une année entière,
Une année entière et plus encore ; enfin,
L'amour n'a plus de fin.

Le gars partit ailleurs
Sa belle tombe malade du cœur,
Tellement malade qu'elle se meurt,
Trois jours, trois nuits, dans les douleurs.

Quand le gars apprend la nouvelle,
Qu'à la mort, se trouve sa belle
Il quitte sur le champ son destin ;
Il veut voir, ce que sa belle devient.

Ah mère apporte vite une lumière,
Mon amour se meurt, je ne vois guère,
C'était vraiment un hussard fidèle,
Qui d'une année entière aimait sa belle.

Quand il arriva chez elle,
Elle lui donna une douce main,
Une main entière et encore plus d'elle,
L'amour n'a plus de fin.

« Sacredieu, sacredieu, ma bien aimée !
Que fais-tu dans le lit toute seule ? »
« Dieu merci, Dieu merci, mon gars fidèle !
Rejoins-moi bien vite : sous la feuillée ! »

« Sacredieu, sacredieu, mon beau !
Veux-tu venir dans mon froid tombeau.
« Ah non, ah non, ma chère enfant,
Car nous sommes amoureux, vraiment. »

« Ah non, ah non, pas si vite,
Car nous sommes deux amoureux ;
Ah non, ah non, ma très chère,
Amour et foi se tiennent à deux.

Il la prit à l'instant dans ses bras,
Elle était froide comme la pierre
« Vite, apportez vite une lumière !
Mon trésor meurt sans que personne ne le voit.

Et comme la jeune fille était morte,
Il la met là sur le lit des mortes
Où vais-je trouver six jeunes costauds,
Qui porteront ma chérie au tombeau ?

Où va-t-on trouver six porteurs ?
Six forts manouvriers, il faut
Six bons hussards, il faut
Qui la mèneront en sa dernière demeure.

Maintenant je dois porter un habit noir,
C'est pour moi un grand désespoir,
Un désespoir qui m'étreint,
La tristesse n'a pas de fin.

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