WENDERS: UN VIAGGIATORE - 2


 




Lasciate che vi spieghi un po' l’origine della mia argomentazione e il suo approdo.

Sono sicuro che alcuni di voi riconosceranno sentimenti o impulsi simili.


Viaggio molto. A volte penso addirittura che sia la mia vera professione:

Viaggiatore.

Arrivo spesso in posti in cui non sono mai stato prima, o in posti che non vedevo da molto tempo. vado in giro, cerco di perdermi.

Vedo città, strade, case.

Vedo la gente andare a lavorare.

Vedo i bambini che tornano da scuola o che giocano.

Caseggiati, villette a schiera, edifici isolati, finestre illuminate

dietro le quali si muovono delle ombre, oppure c’è la luce blu del televisore

a volte una donna si sporge e chiama un nome e da sotto una voce infantile risponde: arrivo!

Non posso fare a meno di voler sapere tutto di questo posto.

Com'è vivere lì, come le stagioni si succedono, quali odori aleggiano nell’aria, come la luce si posa sugli oggetti-

Come queste persone trascorrono la loro vita. Come si divertono. Di cosa si preoccupano. Come mangiano, bevono, dormono, lavorano...


Oppure arrivo in un posto dove non vive nessuno, diciamo un deserto.


Immagino i nomadi che si aggirano da quelle parti, o i cacciatori che passano ogni tanto.

O il primo essere umano che sia mai passato e abbia posato gli occhi su queste montagne, questo lago, questo altopiano... qualunque cosa.


Chi ha fatto la prima mappa? i luoghi hanno questa attrazione irresistibile per me. Sono una fonte inesauribile di ispirazione.

DA "IN DIFESA DEI LUOGHI"



 IL VIAGGIO

DA "Paolo Federico Colusso, Wim Wenders. Paeaggi luoghi città, Torino, Testo & Immagine, 1998, ISBN 978-8886498494

PP. 19-20


[...] Perché tanti viaggi nei miei film?


Perché è quello che faccio nella vita, e poi semplicemente perché viaggiare è l’opposto di stare a casa, e stare a casa vuol dire essere intrappolati.

Il viaggio offre la possibilità che qualcosa si trasformi ed è quello che mi interessa nel tema del viaggio: una trasformazione potenziale


WIM WENDERS, CIRCUITO CINEMA VENEZIA, ASSESSORATO ALLA CULTURA COMUNE DI VENEZIA, 1985 P. 28



Per me un viaggio è un’avventura che ha luogo nello spazio e nel tempo. Un viaggio sembra accompagnarsi contemporaneamente alla curiosità verso qualcosa di ignoto e produce per di più un’attenzione vigilante che provoca una percezione assai più intensa. In viaggio si vedono cose che a casa non si scorgevano più.

STANOTTE VORREI PARLARE CON L’ANGELO P. 180


Viaggiare è per definizione sia un avvicinamento che un allontanamento. Ma il senso del viaggio, di partire e di andare diventa semre più esplicito; e con ciò anche la possibilità del ritorno: ovvero mi chiedo se il senso del viaggio non sia in fondo più nel tornare, dopo aver preso le distanze per vedere meglio, o semplicemente per poter vedere.

da WIM WENDERS, L’ATTO DI VEDERE P. 36


Sono convinto che molto spesso sia necessario lo sguardo di uno straniero per decifrare un luogo. Spesso la gente che vive in quel luogo non è che non possa definirlo, comprenderlo, ma semplicemente fa più fatica a coglierlo, proprio perchè vive continuamente lì, automatizza la propria percezione delle cose, e tutto si amalgama nella visione giornaliera, tutto diventa abitudine.

CONFERENZA PRESSO LA TRIENNALE DI MILANO 1994


La percezione dipende da quanto uno si concede di percepire: dipende dal proprio stato d’animo, dalla prorpria ricettività. E credo che I sensi di chiunque siano più all’erta durante il viaggio o in una nuova situazione.


da WIM WENDERS, CIRCUITO CINEMA VENEZIA, ASSESSORATO ALLA CULTURA COMUNE DI VENEZIA, 1985 P. 28


JEANLUC GODARD

Il mio paese ideale è l’immaginario, e l’immaginario è il viaggio tra ciò che sta davanti all’obiettivo e ciò che è dietro all’obiettivo, e io viaggio molto.


da WIM WERDERS, LO STATO DELLE COSE 1982, P. 157



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